TikTok: Scontro in USA tra cessione e blocco, chi avrà la meglio?

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La Battaglia Giudiziaria di TikTok Negli Stati Uniti

TikTok si prepara a fronteggiare una cruciale battaglia legale all’interno degli Stati Uniti, una sfida che potrebbe determinare il futuro dell’app.
La Corte d’Appello degli Stati Uniti per il circuito DC sarà il palcoscenico di un confronto decisivo sulla possibilità di continuare le operazioni di TikTok, già attenzionato da leggi che ne minacciano l’esistenza.
In questo contesto, si valuta se TikTok debba cedere le sue attività americane o affrontare un divieto che precluderebbe la sua presenza sul territorio statunitense.

Al centro della disputa vi è una nuova legge firmata dal presidente Joe Biden, che proibirebbe TikTok di operare nei 50 stati a meno che ByteDance, la casa madre cinese dell’app, non proceda alla vendita alla proprietà statunitense.
La società ha già manifestato il suo intento di contestare il divieto fino ai più alti gradi di giudizio, compresa la Corte Suprema.

Le Argomentazioni in Gioco

ByteDance e TikTok sosterranno che questa legge viola il Primo Emendamento della Costituzione, danneggiando i diritti di espressione di oltre 170 milioni di utenti americani.
Tuttavia, il Dipartimento di Giustizia sostiene che l’app rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale a causa dei suoi legami con il governo cinese, sebbene mancherebbero prove concrete a supporto di tali affermazioni.

Questa battaglia legale non coinvolge solo TikTok, ma attira anche l’attenzione di colossi come Google e Meta, che potrebbero trarre vantaggio dalla chiusura di TikTok e dalla conseguente migrazione degli utenti verso le loro piattaforme.
Secondo Bloomberg Intelligence, TikTok ha una possibilità del 60% di prevalere in questo contesto, ma è probabile che la questione conduca alla Corte Suprema entro la fine dell’anno.

La Corte d’Appello ascolterà le argomentazioni di TikTok, di creatori di contenuti e di un’associazione no-profit conservatrice.
TikTok ha deciso di finanziare la causa dei creatori di contenuti, dimostrando l’importanza della libertà di espressione online.
Gli avvocati dell’app, incluso il noto Andrew Pincus, sosterranno che la legge rappresenta un’invasione ingiustificata del diritto di proprietà privato.

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