Tim, la compagnia telefonica sotto la guida di Pietro Labriola, si trova in un momento delicato dopo aver atteso il verdetto riguardante un rimborso di canone ammontante a ben 1 miliardo di euro.
Nella giornata di oggi, la Corte di Cassazione ha emesso una valutazione che influirebbe sulla situazione finanziaria dell’azienda.
Dopo una mattinata di contrattazione che sembrava promettente, il titolo di Tim ha subito una significativa flessione di quasi il 4% a Piazza Affari.
Il nodo della questione affonda le radici in un contenzioso legale che coinvolge la restituzione del canone di circa un miliardo risalente al 1998.
La Corte di Cassazione ha sollevato un tema d’ufficio riguardo alla corretta impugnazione da parte di Tim della pronuncia del tribunale di Roma sulla competenza del caso.
Il tribunale di primo grado aveva dichiarato inizialmente competente la corte di Perugia.
Tim aveva però fatto un appello e ottenuto una sentenza favorevole, mantenendo così la competenza presso il tribunale di Roma.
Ora, la nuova richiesta d’ufficio da parte della Corte di Cassazione rallenta ulteriormente un processo già lungo e complesso.
La Corte d’Appello di Roma aveva infatti supportato la posizione di Tim, approvando il rimborso del canone.
A questo punto, la Presidenza del Consiglio ha presentato un nuovo ricorso in Cassazione, il che implica che ora le parti, inclusi Pubblico Ministero e avvocati, hanno un termine di 30 giorni per presentare osservazioni e documentazioni necessarie.
Sarà interessante vedere come evolverà la situazione nei prossimi giorni e quali saranno le conseguenze per Tim.
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