Amazon: +9% nei ricavi del primo trimestre, il cloud spinge la crescita ma occhio ai dazi!
Crescita continua per Amazon nel primo trimestre 2025
Il primo trimestre del 2025 si è concluso con buone notizie per Amazon, che ha chiuso il periodo con una crescita robusta delle sue entrate.
Il gigante dell’e-commerce ha messo a segno un incremento significativo, confermando le aspettative positive anche per i mesi successivi.
Tuttavia, non mancano elementi di incertezza dovuti alla guerra commerciale in corso e alle conseguenze delle tariffe doganali imposte dall’amministrazione Trump sui prodotti cinesi.
Questo contesto ha pesato inoltre sul dato macroeconomico, con un calo dello 0,3% del PIL statunitense contrariamente alle previsioni che indicavano un aumento dello 0,4%.
Il motivo di tale flessione è rilevabile nella crescita dell’import, poiché molti consumatori hanno anticipato gli acquisti per evitare le nuove tariffe, creando un chiaro impatto sul commercio interno.
Numeri positivi e performance di Amazon Web Services
Analizzando i dati finanziari di Amazon, notiamo che nel periodo gennaio-marzo 2025 i ricavi sono aumentati del 9%, toccando i 155,7 miliardi di dollari, mentre i profitti si sono attestati a 17,1 miliardi di dollari.
Questo risultato è il frutto di un’attenta strategia commerciale, con particolare attenzione a certe merceologie prima dell’impatto delle nuove tariffe.
Un’importante componente del successo di Amazon è rappresentata dalla divisione Amazon Web Services (AWS), leader nel cloud computing, che ha visto un incremento del 17% con ricavi di 29,3 miliardi di dollari, sebbene abbia leggermente mancato le previsioni degli analisti.
Anche il settore pubblicitario ha mostrato performance eccezionali, registrando un aumento dell’18%.
Nonostante queste cifre incoraggianti, il CEO Andy Jassy ha mantenuto un approccio prudente nelle previsioni, sottolineando l’incertezza riguardo all’andamento delle tariffe future.
Per il trimestre corrente (aprile-giugno 2025), Amazon ha indicato stime di ricavi oscillanti tra 159 e 164 miliardi di dollari, evidenziando che una significativa parte dell’e-commerce deriva da venditori terzi, i quali, nonostante gli attuali tentativi di assorbire le tariffe, potrebbero trovarsi in difficoltà nel lungo termine.