“Amazon sfida Donald Trump: i costi dei dazi sul sito e l’ira della Casa Bianca”
Amazon Sfida Trump: Costi dei Dazi Visibili nel Prezzo dei Prodotti
A poco più di 24 ore dalla diffusione dei dati trimestrali relativi al primo trimestre del 2025, Amazon ha deciso di lanciarsi in una provocazione contro il presidente Donald Trump.
Il gigante dell’e-commerce ha reso noto l’intento di visualizzare i costi dei dazi direttamente sul suo store online, includendoli nei prezzi esposti al pubblico.
Questa mossa ha suscitato l’ira della Casa Bianca, con la portavoce Karoline Leavitt che ha definito l’operazione “un atto ostile e politico”.
Il Ruolo della Cina nei Prodotti Venduti da Amazon
Negli ultimi mesi, Amazon ha assistito a un drammatico crollo del 20% del valore delle sue azioni nel Nasdaq di Wall Street, un segnale che riflette una crisi che coinvolge anche altre Big Tech.
Attualmente, circa il 70% dei prodotti disponibili sulla piattaforma proviene dalla Cina.
I generi variano da giocattoli a lampade, da passeggini a console per videogiochi, creando una realtà in cui gli aumenti delle tariffe doganali, che sfiorano il 145%, hanno portato a significative variazioni di prezzo.
Situazioni simili si sono registrate anche per altri marchi cinesi come Shien e Temu, che non hanno esitato ad applicare rincari.
Tuttavia, la questione è particolarmente delicata per Amazon, che è un colosso statunitense.
Leavitt ha ulteriormente ironizzato sulla tempistica di questa mossa, evidenziando perché Amazon non abbia agito in modo analogo quando l’amministrazione Biden ha visto l’inflazione raggiungere i massimi storici degli ultimi 40 anni.
Le Reazioni Governative e il Contesto di Guerra Commerciale
Questo scontro suggerisce una tensione di lunga data tra Jeff Bezos e Donald Trump, ma non è l’unico fronte.
Il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, ha commentato con una certa ironia, sottolineando la sua attenzione verso le trattative con l’Asia, mentre per quanto riguarda l’Unione Europea ha citato le frasi di Henry Kissinger: “Chi chiamo?”.
In effetti, alcuni paesi europei, come Francia e Italia, hanno imposto tasse sui servizi digitali che molti considerano ingiuste per le Big Tech americane.