Martedì 8 aprile, in apparenza un giorno come tanti altri, è diventato un incubo per le Big Tech americane.
Apple, Tesla e Amazon, insieme alle altre quattro delle “Magnifiche 7” quotate sul Nasdaq – Microsoft, Meta, Google e Nvidia – si sono trovate nel mirino delle politiche commerciali aggressive dell’ex presidente Donald Trump.
In particolare, dalla mezzanotte del 9 aprile, il presidente ha annunciato dazi del 104% sulla Cina, generando una reazione immediata sui mercati.
L’indice Dow Jones ha visto annullati i guadagni di giornata, mentre il Nasdaq è precipitato in territorio negativo.
Le perdite per i titoli di punta come Apple, Tesla e Amazon si sono rivelate drammatiche e evidenti.
Tesla, simbolo dell’innovazione nei veicoli elettrici, ha vissuto un crollo delle immatricolazioni in un mercato auto in difficoltà.
Il CEO Elon Musk ha rilasciato dichiarazioni contraddittorie, lanciando insulti e speranze irrealistiche su una possibile eliminazione dei dazi tra Stati Uniti e Europa.
Amazon ha subito un calo del 9% in una settimana, con il titolo sceso sotto i 173 dollari.
La situazione di Apple, una delle aziende con maggiore capitalizzazione, è ancora più problematica: ha visto un calo del 20% negli ultimi sette giorni e oltre del 25% nel corso del mese.
Questi risultati sono la conseguenza diretta delle incertezze legate ai dazi e alla produzione in Cina.
A fronte di questi eventi, le altre grandi aziende tecnologiche come Meta, Nvidia e Google hanno resistito meglio, ma il martedì 8 aprile è stato per molti un giorno da dimenticare.
Concludendo la giornata, i dati parlano chiaro: Apple -4,79%, Tesla -5,02%, Amazon -2,41%.
In un contesto dove la stabilità della borsa è fondamentale per gli americani, sembra che le preoccupazioni della Casa Bianca siano distanti dalla realtà del mercato.
Non si può escludere che la situazione possa ulteriormente deteriorarsi.
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