In Italia, si sta sviluppando un acceso dibattito sul blocco della pirateria, noto come “pezzotto”, relativo alle trasmissioni in streaming delle partite di calcio.
Gli enti competenti, come Lega calcio, Dazn e Sky, desiderano proteggere i propri diritti.
Tuttavia, dall’altro lato, il governo ha introdotto emendamenti per rendere più effettivo il funzionamento del Piracy Shield.
Il recente decreto omnibus prevede che i fornitori di servizi di rete segnalino immediatamente attività sospette, con severe pene in caso di inosservanza.
Nonostante le buone intenzioni, la situazione mostra come la legislazione del 2023 non abbia ottenuto i risultati auspicati e la pirateria online rimanga un problema irrisolto.
Gli ISP ora si trovano a dover monitorare le attività, con il rischio di essere responsabili in caso di violazioni.
Le ultime misure prevedono che anche i fornitori di VPN e DNS debbano bloccare l’accesso a contenuti ritenuti illegali, senza una supervisione adeguata.
Tali modifiche rischiano di penalizzare non solo i criminali, ma anche gli utenti innocenti, costringendo gli ISP a rimuovere interi indirizzi IP senza considerare le possibili conseguenze sui contenuti legali.
L’Agcom, tramite il commissario Massimiliano Capitanio, ha affermato che queste sanzioni sono necessarie per proteggere gli utenti, sottolineando come chi utilizza sistemi piratati potrebbe incorrere in multe significative.
In un contesto di eccessiva regolamentazione, appare chiaro che il settore tecnologico e i diritti degli utenti siano a rischio, costringendo a una riflessione profonda su come procedere.
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