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La corte d’appello federale degli Stati Uniti ha confermato che TikTok, la popolare app di proprietà di ByteDance, dovrà essere venduta entro l’inizio del 2025.
Questo verdetto è arrivato il 6 dicembre, puntuale come richiesto dalle parti in causa.
Si tratta di una vittoria significativa per il Dipartimento di Giustizia e per coloro che si oppongono alla proprietà cinese dell’app, utilizzata attualmente da circa 170 milioni di americani.
In risposta alla sentenza, TikTok ha dichiarato l’intenzione di ricorrere alla Corte Suprema.
La decisione della corte sottolinea l’impegno bipartisan del Congresso e dei presidenti statunitensi nell’adozione di misure per affrontare presunte minacce alla sicurezza nazionale provenienti dalla Cina.
Il Dipartimento di Giustizia sostiene che la proprietà cinese di TikTok comporti il rischio di accesso e manipolazione dei dati personali degli utenti americani.
Il procuratore generale, Merrick Garland, ha definito questa decisione come un passo cruciale per tutelare la sicurezza degli cittadini.
Di contro, Pechino ha risposto con fermezza, accusando gli Stati Uniti di furto commerciale e avvertendo che tali azioni potrebbero danneggiare le relazioni bilaterali.
Nel frattempo, la sentenza si colloca in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra le due potenze, con restrizioni a carico dell’industria cinese dei chip e contromisure da parte di Pechino.
La corte ha respinto i ricorsi legali presentati da TikTok e dai suoi utenti, fornendo a ByteDance una scadenza entro il 19 gennaio per disinvestire.
Il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, ha affermato che continueranno a difendere la libertà di parola sulla loro piattaforma.
Tuttavia, l’American Civil Liberties Union ha criticato la sentenza come una violazione dei diritti costituzionali degli utenti americani.
Ora, la attesa di TikTok si concentra sulla risposta della Corte Suprema e sull’eventuale decisione del presidente Biden di concedere un’estensione per la vendita.
Analisti suggeriscono che se TikTok dovesse essere bandito, i pubblicitari potrebbero rivolgersi a piattaforme concorrenti come Meta o YouTube.
La questione legata a TikTok rimane, quindi, cruciale non solo per l’azienda ma anche per le dinamiche social e commerciali in evoluzione tra Stati Uniti e Cina.
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