Dazi e Datacenter: La Scommessa delle Big Tech nell’Era dell’Intelligenza Artificiale
Le sfide fiscali per l’intelligenza artificiale e le Big Tech
Il settore dell’intelligenza artificiale (IA) si trova ad affrontare significativi ostacoli a causa dei pesanti dazi introdotti dagli Stati Uniti durante la presidenza di Donald Trump.
Questo scenario complesso si riflette nei vertiginosi investimenti che le grandi aziende tecnologiche come Nvidia, AMD, Microsoft e Google hanno realizzato in questo campo innovativo.
La situazione si delineerà ulteriormente con la pubblicazione dei dati relativi al primo trimestre 2025, momento in cui sarà necessario analizzare le prospettive future.
Dazi e impatti economici sui data center
I dazi statunitensi hanno avuto un impatto sostanziale sui fornitori di tecnologia, giungendo a colpire il 34% delle importazioni dalla Cina, il 32% da Taiwan e il 25% dalla Corea del Sud.
Inoltre, una tariffa base del 10% è stata applicata a tutte le importazioni.
Secondo il Census Bureau, l’elettronica rappresenta una delle principali categorie di importazione, con un valore che nel 2022 ha raggiunto quasi 486 miliardi di dollari.
I semiconduttori, al momento, sono esclusi da queste tariffe, ma piani per dazi specifici sui chip sono già discusssi.
Le Big Tech sono ora chiamate a rispondere a queste sfide.
I costi elevati delle apparecchiature per i data center e l’incertezza economica minacciano di rallentare progetti cruciali, come la joint venture Stargate, che prevede investimenti di 500 miliardi di dollari tra OpenAI, SoftBank Group e Oracle.
Queste tariffe rappresentano anche una minaccia per i fornitori di servizi cloud, come Microsoft, che ha dovuto abbandonare progetti di data center da 2 gigawatt a causa dell’eccesso di offerta rispetto alla domanda.
Anche il crollo azionario di alcuni dei giganti della tecnologia, come evidenziato il 3 aprile a Wall Street, è stato influenzato da questa situazione.
