La Corte di Giustizia UE dà il via libera alla sentenza antitrust italiana contro le restrizioni di Google su Android Auto
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Sentenza della Corte di Giustizia UE: Google multata per abuso di posizione dominante
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha recentemente confermato la decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana, che ha multato Google quattro anni fa per il suo rifiuto di autorizzare un’app di mobilità elettrica sviluppata da Enel.
Questo caso ha sollevato importanti interrogativi sul comportamento delle grandi aziende tecnologiche nei confronti delle applicazioni di terzi, specialmente nel contesto di piattaforme dominanti.
Le motivazioni della sentenza
Nella sua sentenza, la CGUE ha affermato che “il rifiuto da parte di un’impresa in posizione dominante di garantire l’interoperabilità della propria piattaforma con un’app di un’altra impresa può essere considerato abusivo”.
La Corte ha sottolineato che tali rifiuti possono essere giustificati solo in circostanze particolari, come la mancanza di un modello per la categoria delle applicazioni interessate o rischi significativi per la sicurezza.
Questa pronuncia di fatto ribadisce che le aziende dominanti devono essere pronte a sviluppare modelli di interoperabilità per facilitare l’accesso di applicazioni di terze parti, salvo gravi motivi tecnici.
Il caso JuicePass di Enel e la reazione di Google
Nel 2018, Enel ha lanciato l’applicazione JuicePass, progettata per aiutare i conducenti a localizzare e prenotare stazioni di ricarica per veicoli elettrici.
L’azienda ha chiesto a Google di rendere compatibile l’app con Android Auto.
Nonostante ciò, Google ha rifiutato tale richiesta, portando l’Autorità Garante a infliggere un’ammenda di oltre 102 milioni di euro per abuso di posizione dominante.
Dopo il ricorso di Google al Consiglio di Stato italiano, la questione è stata portata davanti alla Corte di Giustizia.
Ora, con questa recente sentenza, la CGUE ha chiarito che il rifiuto di garantire interoperabilità, in un contesto di dominanza di mercato, configura potenzialmente un uso improprio della propria posizione.
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