Il tema dei chip per l’intelligenza artificiale (IA) negli Stati Uniti è diventato uno dei punti chiave nella guerra commerciale che coinvolge non solo i dazi, ma anche strategie di esportazione e accesso alla tecnologia.
Un esempio di ciò è rappresentato da Nvidia, colosso della tecnologia di Santa Clara, che sta sperimentando una flessione significativa del valore delle sue azioni e della sua capitalizzazione di mercato al Nasdaq.
Questa situazione è in gran parte attribuibile alle recenti restrizioni sull’export verso la Cina.
Il Framework for Artificial Intelligence Diffusion, introdotto dal Dipartimento del Commercio Usa a gennaio 2023 su iniziativa dell’ex presidente Joe Biden, sta generando notevoli difficoltà per molte aziende.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, ci sono già discussioni a Washington su potenziali modifiche a questo provvedimento, suggerendo che il governo è consapevole delle difficoltà create dall’attuale normativa.
Il Framework per la diffusione dell’IA suddivide il mondo in tre livelli, ognuno dei quali impone restrizioni diverse all’accesso ai chip avanzati.
Nel primo livello figurano Stati Uniti e Taiwan, che hanno accesso illimitato ai chip.
Al secondo livello troviamo circa 120 paesi che sono soggetti a un limite sulle quantità di chip di IA che possono ricevere.
Infine, nel terzo livello, sono collocati paesi come Cina, Russia, Iran e Korea del Nord, i quali non possono accedere affatto a questi chip.
La divisione in livelli ha già sollevato preoccupazioni tra i rappresentanti dell’industria tech, da Nvidia a Oracle.
Le opinioni contrarie si stanno facendo sentire anche tra i legislatori.
La possibilità di modifiche alle regole esistenti potrebbe portare all’introduzione di licenze specifiche, che consentirebbero una gestione più flessibile del provvedimento stesso.
L’agenzia Reuters sottolinea che, attualmente, per ordini inferiori a circa 1.700 unità di chip H100 di Nvidia non sono previsti limiti nazionali, ma è necessaria solo la notifica al governo.
Il timore che queste restrizioni portino altri paesi ad acquistare tecnologia dalla Cina è palpabile nella comunità imprenditoriale statunitense, la quale continua a sollecitare una riflessione sull’impatto delle politiche riguardanti i chip IA.
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