Huawei, rinomato gigante cinese delle telecomunicazioni, si trova nuovamente al centro di una tempesta mediatica in Europa.
Le ultime accuse riguardano i suoi lobbisti, accusati di tentativi di corruzione nei confronti di attuali ed ex deputati del Parlamento Europeo di Strasburgo.
I sospetti vanno da corruzione vera e propria a riciclaggio di denaro e falsificazione di documenti.
Secondo notizie rivelate dalla procura federale belga, l’ex assistente italiano Valerio Ottati sembra essere un pezzo chiave di questa indagine.
Ottati, attualmente dirigente di Huawei, in passato ha lavorato come collaboratore per due eurodeputati italiani, uno affiliato ai socialisti e l’altro al Partito Popolare Europeo.
Le indagini rivelano che i lobbisti di Huawei avrebbero messo in atto una serie di pratiche discutibili, offrendo incentivi come somme di denaro, smartphone, ticket per eventi sportivi dell’Anderlecht e altri vantaggi a ben 15 deputati, sia attuali che passati.
L’obiettivo di tali manovre sarebbe stato quello di promuovere gli interessi dell’azienda all’interno dell’emiciclo di Bruxelles.
Questa clamorosa vicenda è emersa a distanza di due anni dal Qatar-gate, un altro scandalo che ha colpito l’Unione Europea.
Mentre ci si aspetta che venga mantenuto un approccio garantista nei confronti degli accusati, le autorità hanno avviato un’operazione su larga scala, con arresti e perquisizioni non solo a Bruxelles, sede della Commissione UE, ma anche nelle Fiandre e in Portogallo.
In totale, sono state effettuate 21 perquisizioni nel corso di queste operazioni.
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