Nuove rivelazioni emergono nel caso che coinvolge Meta, la nota compagnia madre di Facebook, a seguito dello scandalo legato a Cambridge Analytica.
Questa volta, l’attenzione è rivolta a una presunta violazione del copyright, come rivelato da un’accusa formale negli Stati Uniti.
Secondo e-mail recentemente desecretate, si parla di “prove schiaccianti” contro Meta per aver presumibilmente addestrato i suoi modelli di intelligenza artificiale utilizzando libri piratati.
A gennaio, Meta ha ammesso di aver scaricato attraverso torrent un dataset noto come LibGen, che comprende milioni di libri piratati.
Le e-mail ora rese pubbliche confermano che la compagnia ha scaricato “almeno 81,7 terabyte” di dati da diverse librerie online, incluse Z-Library e LibGen.
Gli autori dei libri hanno evidenziato come tali atti, che superano di gran lunga le precedenti accuse di pirateria, siano già stati perseguiti in passato.
Inoltre, Meta avrebbe resistito a richieste di trasparenza riguardo al torrenting, sollevando preoccupazioni legali tra i propri ingegneri.
Un ingegnere di Meta ha infatti messo in discussione la legittimità di scaricare contenuti pirata dal proprio notebook aziendale, evidenziando la consapevolezza all’interno dell’azienda sui possibili rischi associati.
Nonostante le crescenti evidenze e le rivelazioni interne, Meta ha mantenuto una posizione difensiva, affermando di non aver effettivamente scaricato alcuna parte dei libri contestati.
La questione centrale rimane se i risultati generati dall’IA di Meta abbiano effettivamente diffuso contenuti protetti.
Meta sostiene di voler chiarire la situazione e confutare le accuse in fase di giudizio.
```html Apple Intelligence: La Nuova Frontiera dell'IA di Cupertino In Italia, l'attesa per il debutto…
Google nel mirino dell'Antitrust Ue Secondo le esclusive rivelazioni dell'agenzia Reuters, Google è destinata ad…
```html Piracy Shield: l'impatto calcistico in Italia Il recente incontro presso la sede di Via…
This website uses cookies.