Apple si trova in una posizione delicata dopo una recente richiesta ufficiale dell’Unione Europea.
Questa richiesta mira a fermare le pratiche di geo-blocking, cioè il blocco di contenuti, app e servizi in base alla posizione geografica degli utenti.
Tali pratiche potrebbero violare le norme europee a tutela dei consumatori e si inseriscono all’interno di un quadro di tensione tra l’azienda di Cupertino e le autorità europee.
Le autorità europee sono attivamente impegnate in varie manovre per rendere l’ecosistema Apple più aperto.
Tra queste, l’introduzione dell’obbligo di utilizzare la porta USB-C e la richiesta di rendere iOS compatibile con store di terze parti.
Ora, si aggiunge la questione del geo-blocking, che coinvolge dispositivi come iPhone, iPad e Mac.
In base a una dichiarazione rilasciata dalla Commissione Europea, il servizio dell’App Store, così come iTunes Store e altri servizi multimediali, discrimina i clienti europei in base alla loro residenza.
Questa notifica arriva in un momento in cui Apple affronta una multa storica sotto il Digital Markets Act (DMA), per non aver permesso agli sviluppatori di app di dirigere gli utenti verso opzioni più economiche.
Una multa di 1,8 miliardi di euro è stata inflitta a Apple per violazioni delle normative sulla concorrenza.
Queste notizie giungono mentre l’indagine dell’UE ha rivelato che i servizi di Apple permettono l’uso solo di carte di pagamento emesse nei paesi di registrazione degli utenti, limitando ulteriormente la libertà di scelta dei consumatori.
L’indagine ha chiarito che l’App Store impedisce agli utenti di scaricare applicazioni disponibili in altri paesi, una pratica evidente a chiunque abbia utilizzato un iPhone nell’ultimo decennio e mezzo.
È sorprendente che fosse necessaria un’indagine per confermare una questione così nota, delineando così un panorama di geo-blocking che colpisce molti operatori nel settore.
Apple ha ora un mese di tempo per rispondere alle conclusioni dell’UE e per proporre soluzioni adeguate a queste pratiche, mentre le autorità nazionali hanno la facoltà di emettere sanzioni in caso di violazione delle normative di tutela dei consumatori.
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