Piracy Shield: Il nuovo strumento per fermare lo streaming pirata di film!
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Espansione del Piracy Shield: nuova frontiera contro la pirateria digitale
Il sistema Piracy Shield, voluto da Agcom, si sta preparando a estendersi oltre il blocco di IPTV illegale e pezzotti, mirando ora anche ai siti pirati di film.
Da quando è stato implementato ufficialmente meno di un anno fa, Piracy Shield ha già dimostrato di essere un valido strumento nel contrasto alla pirateria, specialmente per quanto riguarda le trasmissioni sportive, come le partite di Serie A.
In soli pochi mesi, da febbraio 2024, sono stati bloccati migliaia di indirizzi IP e nomi di dominio iperconnessi a trasmissioni non autorizzate.
Le autorità italiane considerano quest’operazione una vittoria significativa.
Tuttavia, non si possono ignorare le problematiche sorte, come i casi di overblocking che hanno coinvolto servizi legittimi quali Google Drive e Cloudflare.
La richiesta di maggiore trasparenza si fa ogni giorno più forte.
Modifiche e prospettive future
Nonostante le sfide, l’AGCOM ha proseguito nel migliorare il sistema.
Recentemente, è stato approvato un emendamento che obbliga i servizi VPN e DNS a collaborare con gli ordini di blocco.
Questa decisione è stata sostenuta da una sentenza del Tribunale di Milano che ha stabilito che Cloudflare deve attenersi agli ordini di Piracy Shield.
Nel 2025, si prevede un aggiornamento significativo della Legge 93/23, grazie a una consultazione pubblica che mira a rafforzare ulteriormente il sistema.
L’AGCOM prevede di espandere le funzioni del Piracy Shield per coprire più eventi TV in diretta, includendo anche contenuti di intrattenimento.
Le implicazioni per il settore cinematografico
Le posizioni espresse dalla FAPAV, che rappresenta varie major cinematografiche, indicano un interesse crescente per l’estensione del Piracy Shield a film non in diretta.
Il Presidente della FAPAV ha sottolineato l’importanza del sistema nel combattere la pirateria e ha chiesto una consultazione pubblica per ampliare la protezione a contenuti audiovisivi come i film in prima visione.
Il dibattito si accende poiché si considera la possibilità di estendere la finestra di blocco dei diritti, attualmente fissata a 30 minuti per i contenuti live, anche a materiali non in diretta.
Si tratta di un argomento controverso, poiché i blocchi immediati, privi di un’adeguata revisione giuridica, potrebbero portare a errori significativi.
Ciò che accadrà con la prossima consultazione nel 2025 potrebbe essere determinante per il futuro della pirateria digitale in Italia.
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