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Amazon ha ottenuto un parziale rigetto di una causa intentata dalla Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti, la quale accusava la compagnia di mantenere monopoli illegali e di adottare pratiche anticoncorrenziali per predominare nel mercato dei superstore e dei marketplace online.
Lo scorso dicembre, Amazon aveva chiesto al giudice distrettuale John Chun di archiviare il caso, sostenendo che la FTC non fosse riuscita a presentare prove concrete di danni arrecati ai consumatori.
Nel 2022, la FTC aveva dichiarato che Amazon, operando con un ampio assortimento di prodotti, stava utilizzando un algoritmo che avrebbe aumentato i costi per le famiglie americane di oltre 1 miliardo di dollari.
Amazon, a sua volta, ha replicato che il programma contestato è stato abbandonato nel 2019.
Il giudice Chun ha accolto parzialmente la mozione di Amazon, permettendo alla FTC di continuare a perseguire le rivendicazioni non definitivamente respinte.
Il caso verrà trattato in due fasi, negando la richiesta di Amazon di costringere la FTC a presentare prove sulle violazioni nel medesimo processo.
ll contenzioso riflette la crescente pressione delle autorità di regolamentazione contro le Big Tech.
Nella sua denuncia, la FTC ha evidenziato come Amazon ostacoli la concorrenza spingendo i venditori a utilizzare i propri servizi pubblicitari e di evasione ordini.
Nonostante ciò, Amazon ha argomentato che le sue iniziative, come il price-matching e il servizio Prime, siano vantaggiose per i consumatori, rappresentando un tentativo di competere in un mercato affollato di rivenditori sia online che fisici.
Questa causa è solo una delle cinque in corso contro i giganti tecnologici, tra cui Meta, Apple e Google, tutte sotto la lente d’ingrandimento della FTC presieduta da Lina Khan.
Se le accuse della FTC si rivelassero fondate, è probabile che si possa aprire anche un contenzioso nell’Unione Europea, che sta monitorando con attenzione le attività delle aziende americane, in base ai regolamenti come il DSA (Digital Services Act) e il DMA (Digital Markets Act).
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