L’inflazione nell’Unione Europea continua a rimanere a livelli elevati, principalmente a causa dell’aumento dei costi energetici.
A marzo, la Banca Centrale Europea (Bce) ha mantenuto il tasso d’interesse al 2,5%, confermando la precedente decisione di un incremento dello 0,25%.
Le proiezioni per il 2025 indicano un’inflazione annua media del 2,3%, ma la strategia futura della Bce rimane avvolta nella nebbia.
Questo scenario rappresenta un classico esempio di politica conservativa e cauta, com’è stato durante la gestione di Christine Lagarde.
Nonostante l’inflazione continui a essere un problema significativo, le proiezioni si sono rivelate nuovamente inaccurate, lasciando il banco di Francoforte a mantenere un approccio estremamente misurato.
Oltre all’inflazione, la crescita del prodotto interno lordo (Pil) nell’Ue mostra segnali di rallentamento, con previsione di un incremento dell’0,9% nel 2025, che potrebbe eventualmente salire all’1,3% nel 2027.
Tuttavia, a pesare sulle prospettive è l’incerta situazione commerciale globale, dove i dazi promessi dal presidente americano Donald Trump si profilano come una seria minaccia.
Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha espresso preoccupazione per l’impatto di tali dazi sull’economia italiana, un settore che contribuisce con un valore di esportazioni di circa 626 miliardi di euro.
Orsini ha esortato la Bce ad adottare un atteggiamento più audace, suggerendo un taglio del tasso di interesse di almeno lo 0,5% per stimolare gli investimenti in calo e contrastare il declino della produzione industriale.
Tuttavia, le sue richieste sembrano essere cadute nel vuoto.
Beko lancia la campagna “Una Scelta di Vita” per una maggiore sostenibilità A partire dal…
I ritardi di Apple nella divisione IA: il futuro di Siri a rischio I problemi…
Microsoft Sviluppa Modelli AI per Competere con OpenAI Microsoft sta intensificando i suoi sforzi nello…
This website uses cookies.