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“Big Tech e Paradisi Fiscali: I 5 Paesi Europei Nella Top 10 della Disuguaglianza”

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Big Tech e Paradisi Fiscali: Un’Analisi Sconvolgente

Le recenti ricerche condotte dal Tax Justice Network, un gruppo di pressione che promuove la trasparenza fiscale, hanno messo in luce una realtà allarmante: cinque paesi europei figurano nella top ten delle giurisdizioni che favoriscono gli abusi fiscali da parte di Big Tech e multinazionali.
Questo dato risulta particolarmente paradossale se lo confrontiamo con i proclami dell’Unione Europea, che si è da tempo espressa a favore di una maggiore equità e giustizia fiscale, sostenendo iniziative come la Global Minimum Tax promossa dall’OCSE.

Secondo il rapporto, la Svizzera, l’Olanda, Jersey, l’Irlanda e il Lussemburgo si pongono in vetta alla lista.
È interessante notare che le Isole Vergini britanniche, le Isole Cayman e Bermuda dominano i primi posti, evidenziando una persistente tendenza all’uso di territori d’oltremare per l’ottimizzazione fiscale.
Negli ultimi due anni, la situazione in Europa è addirittura peggiorata, lasciando aperti interrogativi sulla reale intenzione di riformare il sistema fiscale continentale.

Il Caso Irlanda: Un Nuovo Paradiso Fiscale

Una novità significativa è l’ascesa dell’Irlanda, che ha scalzato le Bahamas diventando il nono paradiso fiscale al mondo.
Questo cambiamento è avvenuto in seguito alla decisione della Corte di Giustizia Europea, che ha dichiarato illegale il trattamento fiscale vantaggioso riservato da Dublino a Apple, imponendo un risarcimento di ben 13 miliardi di euro.

Tuttavia, il portavoce del Dipartimento delle Finanze irlandese ha risposto alle critiche affermando che l’Irlanda non si può definire un paradiso fiscale.
Il governo ha promesso misure proattive per affrontare la pianificazione fiscale aggressiva, riformando il codice fiscale nazionale.
Tuttavia, esperti come Nessa Ni Chasaide dell’Università Maynooth hanno sottolineato che Dublino ha modificato i regimi fiscali favorevoli, consentendo alle multinazionali di dedurre il valore della proprietà intellettuale dai profitti, riducendo così l’impatto fiscale.

Negli ultimi dieci anni, le entrate fiscali in Irlanda sono decollate, passando da 4,4 miliardi nel 2015 a una previsione di 29,5 miliardi per il 2023, consolidando il 28% delle entrate fiscali complessive del paese.
Questo successo è in gran parte attribuibile a un numero ristretto di multinazionali statunitensi, rendendo le finanze pubbliche irlandesi tra le più solide d’Europa.

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