“Dazi Usa: Trump conquista la Corte d’appello e il futuro del commercio si complica!”
Dazi USA: Ritorno ai Mercati e Sviluppi Economici
Non ha avuto neanche il tempo di consolidarsi la decisione della Corte Federale per il Commercio Internazionale riguardo ai dazi statunitensi.
La reazione immediata della Casa Bianca, guidata dal presidente Donald Trump, ha portato a un ricorso presso la Corte d’Appello, che ha prontamente sospeso la sentenza iniziale, mantenendo intatte le misure doganali in vigore.
Questo ribaltamento ha generato scosse nei mercati finanziari, in particolare a Wall Street, dove i titoli di grandi aziende tecnologiche come Apple e Google hanno subito una flessione, nonostante un avvio promettente supportato dai risultati positivi di Nvidia.
Il contesto di questa disputa commerciale si è intensificato grazie al ricorso della società di distribuzione V.O.S.
Selections, supportato da piccole imprese e da 12 Stati con un’amministrazione democratica.
La Corte aveva stabilito in precedenza che l’International Emergency Economic Powers Act del 1977 non conferiva il potere di imporre dazi senza consenso, ma questa decisione è stata quindi annullata, continuando a generare incertezze.
La Situazione dei Dazi e le Trattative
I dazi, diversificati in base ai paesi, resteranno in vigore ancora per un po’.
La Corte d’Appello ha fissato il termine del 9 giugno per presentare le argomentazioni, dando quindi un ulteriore margine di trattativa agli attori coinvolti.
Questo potrebbe consentire ai paesi in negoziazione con Washington di trovare un accordo più ampio e meno urgente.
In questo scenario complesso, i segnali di caos sono evidenti.
Infatti, i recenti dati economici rivelano un incremento delle richieste di sussidi di disoccupazione e il prodotto interno lordo (PIL) ha mostrato una flessione nel primo trimestre del 2025.
Anche il mercato immobiliare ha segnalato un grave calo nelle vendite pendenti di case, già al di sotto delle aspettative.
In attesa dell’indicatore PCE per l’inflazione, la Federal Reserve, nel suo rapporto di metà maggio, ha messo in guardia riguardo alla possibilità di una recessione.