Archiviati gli esiti delle recenti elezioni presidenziali che hanno fruttato un secondo mandato non consecutivo a Donald Trump, l’attenzione si concentra su due variabili economiche cruciali: inflazione e tassi d’interesse.
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le autorità monetarie hanno iniziato ad apportare modifiche significative al costo del denaro.
Questa strategia può rappresentare una boccata d’ossigeno per le aziende e i consumatori, specialmente in previsione dell’imminente stagione natalizia.
Recentemente, la Banca d’Inghilterra (BoE) ha ridotto i tassi d’interesse di un quarto di punto, portandoli dal 5% al 4,75%: un livello che non si vedeva da oltre un anno.
Questa mossa è stata in risposta a un inflazione scesa all’1,7% a settembre, al di sotto del target del 2%.
Il governatore Andrew Bailey ha suggerito che ulteriori riduzioni dei tassi sono plausibili, ma con cautela per evitare un eccesso di velocità nelle manovre.
Allo stesso tempo, Jerome Powell, presidente della Fed, ha reso noto il taglio dello 0,25% sui Fed funds, che ora varia tra il 4,25% e il 4,5%.
Questo cambiamento segue una serie di alti tassi mantenuti per oltre due decenni, evidenziando un potenziale cambio di rotta nella politica monetaria.
L’inflazione sembra finalmente iniziare a calare, dopo un periodo prolungato di politiche monetarie restrittive.
Gli occhi sono ora puntati sulla Banca Centrale Europea e sulla sua imminente riunione del 13 novembre.
Christine Lagarde guiderà le discussioni, con l’aspettativa di un ulteriore abbassamento dei tassi entro la fine del 2024.
È essenziale per le economie europee, attualmente in difficoltà in vari settori, come quello automobilistico, affrontare con coraggio e visione le sfide economiche future.
Un approccio audace potrebbe stimolare la crescita e offrire nuove opportunità a famiglie e aziende.
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