La Cina impone restrizioni sull’utilizzo dei chip di Intel e AMD nei computer governativi: quali conseguenze per il mercato tecnologico?
La Cina limita l’uso dei chip di Intel e AMD
Recentemente, la Cina ha stabilito nuove linee guida che limitano l’uso di microprocessori e server prodotti negli Stati Uniti nei computer governativi del Paese, portando a un calo delle azioni di Intel e AMD a New York.
Secondo il rapporto, i chip delle due società saranno gradualmente sostituiti con alternative locali, come riportato dal Financial Times.
Transizione tecnologica in atto
Le nuove regole prevedono anche la sostituzione del software fornito da società statunitensi, inclusa Microsoft.
Tuttavia, attualmente esiste ancora una certa flessibilità per le agenzie governative e le imprese statali nell’acquistare computer e server con processori stranieri, come riportato da funzionari anonimi.
La Cina negli ultimi anni ha lavorato per ridurre l’uso di tecnologia straniera nei suoi enti sensibili, con ordini di sostituire i personal computer di marca straniera con alternative nazionali.
Similmente, negli Stati Uniti si sta valutando l’inserimento in lista nera di alcune aziende cinesi legate a Huawei, nell’ambito della competizione nel settore dell’intelligenza artificiale e dei semiconduttori.