La Guardia di Finanza “stangata” su una partita Iva: colpiti più di 1.000 e-commerce!

La Guardia di Finanza e la Lotta alle Frodi Fiscali in eCommerce

I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese della Guardia di Finanza, nell’ambito della loro costante attività di controllo economico, hanno concentrato le loro indagini nel settore dell’e-commerce.
Recentemente, sono state scoperte molte partite IVA, per lo più di origine cinese, gestite da un singolo rappresentante, anch’esso cinese.
Questo accertamento, mirato e specifico, ha portato alla luce preoccupanti indizi di rischio.

La situazione si è rivelata complessa, con ben 1.385 soggetti coinvolti, tutti rappresentati dalla medesima persona.
L’analisi ha fatto emergere anomalie evidenti, come la recente iscrizione del rappresentante come fiscale, la dichiarazione dei redditi con ricavi insoddisfacenti e soprattutto l’assenza di tributi versati.
Inoltre, il rappresentante ha un passato delinquenziale legato a crimini gravi, inclusi sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Interventi e Misure di Prevenzione

In considerazione dei gravi indizi di irregolarità e della totale assenza di requisiti per gestire un numero così elevato di partite IVA, la Guardia di Finanza ha richiesto, con successo, la cessazione della partita IVA tramite la competente Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate.

Questa azione non è solo reattiva, ma dimostra l’impegno della Guardia di Finanza nella prevenzione delle frodi fiscali.
È un intervento che mira a evitare che tali situazioni si amplifichino, proteggendo il mercato e i diritti erariali.
Recentemente, sono stati introdotti requisiti più severi per le partite IVA rappresentate da un soggetto fiscale, che ora devono fornire garanzie in forma di cauzione, fideiussione bancaria o polizza fideiussoria, con importi da 30 mila euro fino a due milioni di euro, a seconda dell’entità delle operazioni fiscali.
In questo modo, non si tutela solo l’erario, ma anche la legittimità delle operazioni commerciali online.