Shein sfida la tassa UE di 2 euro e affronta le sanzioni francesi sul fast fashion: “Aumenti in arrivo!”
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Shein si oppone alle nuove tasse sull’e-commerce in Europa
La piattaforma di e-commerce di abbigliamento Shein ha espresso la sua ferma opposizione riguardo alla proposta della Commissione Europea di introdurre una tassa di 2 euro sui prodotti di basso valore.
Questa iniziativa è stata annunciata dal Commissario Maroš Šefcovic al Parlamento Europeo.
Inoltre, Shein contesta anche il disegno di legge francese che prevede sanzioni specifiche per i prodotti di fast fashion.
Il portavoce di Shein in Francia, Quentin Ruffat, ha condiviso il proprio dissenso durante un’intervista a Sud Radio, ponendo una domanda provocatoria: “Perché tassarci? Perché non avviare un dialogo costruttivo per trovare soluzioni tra funzionari pubblici e piattaforme di e-commerce?”.
Un’azione mirata?
Shein ritiene che l’introduzione di questa tassa da parte dell’Unione Europea sia una misura severa, mirata non solo a colpire il suo business, ma anche il noto competitor cinese Temu.
Entrambe le piattaforme hanno visto una rapida crescita a livello globale, grazie all’offerta di prodotti economici direttamente ai consumatori e all’utilizzo di esenzioni doganali per beni di valore ridotto.
La nuova tassa di 2 euro si applicherebbe ai pacchi spediti direttamente ai clienti, mentre una commissione inferiore di 50 centesimi sarebbe prevista per i pacchi gestiti da magazzini situati nell’Unione Europea.
Tuttavia, le preoccupazioni espresse da Ruffat non si limitano all’Europa; la Francia, con il suo disegno di legge approvato a marzo, mira a imporre sanzioni sui prodotti del fast fashion per compensarne gli effetti negativi sull’ambiente.
Prospettive future per i consumatori
Ruffat ha aggiunto con preoccupazione che, tra le misure legislative in arrivo da Parigi e quelle dell’Unione Europea, i consumatori francesi potrebbero trovarsi a pagare fino a 12 euro in più per gli acquisti su Shein entro il 2030.
A tal proposito, nel mese di febbraio, la Commissione Europea aveva già annunciato l’intenzione di porre fine all’esenzione doganale per i pacchetti di commercio elettronico di valore non superiore a 150 euro a partire dal 2028, in un tentativo di riequilibrare il mercato.
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