Google: alleato delle grandi aziende contro il Digital Markets Act.
Google e le preoccupazioni del settore turistico e dei rivenditori
Il Digital Markets Act dell’Unione Europea ha posto sotto i riflettori sia Google che altri colossi tecnologici, imponendo loro un rigido quadro normativo in termini di concorrenza.
Tuttavia, alcune lobby rappresentanti di compagnie aeree, catene alberghiere e rivenditori hanno espresso preoccupazioni legate alla possibile disparità di trattamento da parte di Google, nel rispetto delle nuove disposizioni imposte.
Le perplessità del settore riguardo il Digital Markets Act
Da Air France KLM a British Airways, da Hotrec a European Hotel Forum, da E-commerce Europe a Independent Retail Europe, le voci di diverse aziende si sono levate in coro per evidenziare le sfide che potrebbero derivare dall’implementazione del DMA.
Questo perché, se da un lato l’obiettivo dichiarato è quello di ampliare l’offerta per gli utenti e promuovere una sana concorrenza, d’altro canto esiste il timore che i guadagni di queste realtà possano subire un colpo a causa di un’eccessiva enfasi posta sui grandi intermediari online.
Le lobby del settore si sono rivolte al Commissario Antitrust Margrethe Vestager e al Commissario al Mercato Interno e ai Servizi Thierry Breton, sottolineando come le attuali proposte in fase di valutazione per l’attuazione del DMA potrebbero exacerbare la discriminazione.
Si teme che tali modifiche possano penalizzare pesantemente i ricavi delle vendite dirette delle imprese, favorendo invece gli intermediari online più potenti a scapito di una sana e leale competizione all’interno del mercato.
La Commissione Europea non ha lesinato sulla vigilanza in questo ambito, arrivando addirittura ad aprire un procedimento di indagine su Google per presunte violazioni del Digital Markets Act, confermando così l’attenzione e la severità con cui vengono monitorate e controllate le attività delle Big Tech in Europa.
